Lettera al figlio – Rudyard Kipling (1865-1936)

Se riesci a mantenere la calma
quando tutti attorno a te la stanno perdendo…
Se sai aver fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te
tenendo, però, nel giusto conto i loro dubbi…
Se sai aspettare senza stancarti di aspettare
o essendo calunniato non rispondere con calunnie
o essendo odiato non dare spazio all’odio
senza tuttavia sembrare troppo buono
nè parlare troppo da saggio…
Se sai sognare senza fare dei sogni i tuoi padroni…
Se riesci a pensare senza fare dei pensieri il tuo fine…
Se sai incontrarti con il successo e la sconfitta
e trattare questi due impostori proprio allo stesso modo…
Se riesci a sopportare la verità che tu hai detto
distorta da imbroglioni
che ne fanno una trappola per ingenui
o guardare cose – per le quali hai dato la vita –
distrutte e umiliarti per ricostruirle…
Se sai fare un’unica pila delle tue vittorie
e rischiarla in un solo colpo a testa o croce
e perdere, e ricominciare di nuovo senza mai lasciarti sfuggire
una parola su ciò che hai perso…
Se sai costringere il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi polsi
a sorreggerti anche dopo molto tempo che non te li senti più
e così resistere quando in te non c’è più nulla
tranne la volontà che dice loro: “Resistete!”…
Se sai parlare con i disonesti senza perdere la tua onestà
o passeggiare con i re senza perdere il comportamento normale…
Se non possono ferirti nè i nemici nè gli amici troppo premurosi…
Se per te contano tutti gli uomini, ma nessuno troppo…
Se riesci a riempire l’inesorabile minuto
dando valore ad ogni istante che passa…
tua è la Terra e tutto ciò che vi è in essa
e – quel che più conta – tu sarai un Uomo, figlio mio

Lettera al figlio – Rudyard Kipling (1865-1936)

grazie ad Outseason

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